Rastegnastampa
sabato, giugno 26, 2010
  Conti di Tegna avanti: ecco il consuntivo '06
La revisione delle finanze comunali procede: grazie al lavoro del revisore esterno, il Municipio ha potuto licenziare il terzultimo degli esercizi che ha ancora in sospeso

Buone notizie per il Comune di Tegna (e, di riflesso, anche per la Commissione di studio sulla fusione nelle Terre di Pedemonte): il Municipio ha infatti licenziato negli scorsi giorni i messaggi sui consuntivi 2006 dell'amministrazione e dell'Azienda acqua potabile, dopo che nel febbraio scorso il Consiglio comunale aveva approvato le cifre dell'esercizio 2005. I conti per l'anno seguente - che giungono con tre anni di ritardo, a causa dei ben noti problemi contabili erano i terzultimi ancora in sospeso per il Comune, al quale ora rimangono da sistemare le gestioni 2007 e 2008.
L'ufficio esterno incaricato dell'opera di revisione, nel suo rapporto, sottolinea come «la ricerca e la ricostruzione dei giustificati vi contabili sono state oggetto di un importante lavoro da parte dell'amministrazione», che è comunque riuscita a «mettere a disposizione una documentazione completa e ordinata». Le verifiche eseguite dalla ditta esterna «confermano che, nel complesso, le registrazioni contabili sono supportate da giustificativi»: ciononostante, «il fatto che la presentazione dei conti si sia potuta concludere solo nelle scorse settimane è segno di una situazione nella quale, a suo tempo, la contabilità non era stata tenuta in maniera regolare, così da potere fornire indicazioni finanziarie in maniera tempestiva qualora ce ne fosse stato il bisogno». Per la cronaca, il consuntivo 2006 si era chiuso per Tegna sostanzialmente in pareggio.
 
  Bilancio in regola
Tegna, i revisori sul consuntivo ’06

Avanti di sto passo e ci si accorgerà che gli oltre 100 mila franchi stanziati per la revisione complementare dei consuntivi della passata legislatura avrebbero potuto essere – come molti, in paese, sostengono da tempo – spesi meglio e in altro modo. L’analisi del consuntivo 2006 di Tegna affidata al Gruppo Multirevisioni SA non ha, infatti, portato alla luce irregolarità tali da mettere in croce i precedenti amministratori o giustificare sanzioni. Come già era stato il caso per altri bilanci – a suo tempo approvati dal Consiglio comunale e “vistati” dagli Enti locali – il rapporto degli specialisti incaricati dal Municipio di controllare la tenuta della contabilità non ha evidenziato, per l’anno 2006, situazioni di cattiva gestione. “Per quanto riguarda la documentazione messa a nostra disposizione – rilevano i revisori – era sostanzialmente completa e ordinata”. E, ancora: “Sulla base delle nostre verifiche, possiamo confermare che nel complesso le registrazioni contabili sono supportate dai relativi giustificativi”. A parte qualche piccolo neo (ma nessuna operazione sospetta o illegale), tutti prosciolti, dunque, gli “imputati” (municipali e personale di Cancelleria).

Per dovere di cronaca ricordiamo che il consuntivo 2006 del Comune chiude l’esercizio con un disavanzo di 6500 franchi.

Quello dell’Azienda idrica, invece, a pareggio, ma solamente grazie all’iniezione di capitale da parte del Comune per oltre 88 mila franchi. Le conclusioni della Multirevisioni SA, nello specifico, non si discostano da quanto formulato in precedenza, al riguardo del Comune: “A nostro giudizio la contabilità ed i conti consuntivi sono conformi alle normative in materia finanziaria e contabile contenute nella Loc, nella Legge sulla municipalizzazione dei servizi pubblici ed ai principi generalmente riconosciuti dalla prassi contabile”. Al Consiglio comunale, ora, il compito di girare pagina. Possibilmente senza sollevare altra polvere.
 
  Pozzo di Tegna, ‘nessuna polemica’
Polemica al Pozzo di Tegna, c’è da fare un po’ di ordine. Da uomo moderato, Luca Reggiori, contitolare con Ivano Pederiva del “Wild beach bar”, corregge il tiro su quanto pubblicato, negli scorsi giorni, al riguardo dei due, previsti, concerti. Una querelle che ha coinvolto il Municipio di Tegna, reo di aver negato le necessarie autorizzazioni. Per sdrammatizzare un po’ i toni, precisa subito che «non ci è stato negato alcun permesso. Il concerto dei Vasco Jam di sabato 19 giugno avrebbe avuto luogo come previsto se non fosse stato per le cattive condizioni meteo. A dipendenza dall’esito di questo primo evento, avevamo concordato con le autorità l’organizzazione di eventuali altri concerti». Inutile, quindi, incaponirsi contro un’Amministrazione comunale che non ha colpe?

«Esatto. La decisione di non chiedere al Municipio un altro permesso per la data di riserva del 3 di luglio – precisa Reggiori – è stata una decisione unicamente nostra, interna, vista la concomitanza con altri eventi».

Niente strappi né provocazioni, dunque. Anche se Reggiori riconosce che, per quanto riguarda la sistemazione del bar, qualcosa non è andato per il verso giusto: «In effetti abbiamo dovuto rinunciare ai tronchi d’albero messi come tavolini e sedie e alla proiezione in TV delle sfide dei Mondiali di calcio. È un divieto del Cantone e non del Comune». È tutto qui, si è fatta chiarezza, le cose sono rimesse a posto. Per ora.
 
giovedì, giugno 24, 2010
  Al Pozzo dolenti note
Tegna, negata autorizzazione a un concerto

“Il vostro pubblico è troppo esuberante e rumoroso. Motivo per cui, il concerto viene annullato”. Stenta a crederci, Claudio Hefti, il mitico “Lalo”, la voce dei Vomitors, la folcloristica e spumeggiante compagine verscese reduce da un fortunato concerto in terra friborghese. Col suo gruppo avrebbe dovuto tenere un concerto al Pozzo di Tegna, organizzato dai responsabili del nuovo ritrovo (il Wild Beach Bar) a due passi dalla fine sabbia della Maggia. Condizionale d’obbligo perché il 26 giugno, chitarre, batteria e casse rimarranno silenziose. Il motivo? Il locale Municipio avrebbe formulato preavviso negativo alla richiesta dei promotori della serata musicale, giustificandolo – a quanto sembra – con l’eccessiva esuberanza dei fan che, solitamente, seguono le performance della band verscese. «In 20 anni di musica e concerti – prosegue l’incredulo Lalo – non mi era mai successa una cosa del genere! Normalmente sono tutti ben contenti di farci suonare ed ospitarci. Faccio presente alle autorità di Tegna che i nostri ‘aficionados’ non hanno mai causato danni a terzi e non si sono mai resi protagonisti né di risse né di episodi deplorevoli. Non possiamo che prendere le distanze da questa decisione del Municipio, che fatichiamo a comprendere!». A spingere per l’annullamento del concerto sarebbero state le lamentele di alcuni abitanti della zona. Tanto rumore per nulla, oppure ci sono fondate ragioni dietro le proteste dei residenti nelle vicinanze del Pozzo? Intervistato dai colleghi di Radio Fiume Ticino, il sindaco di Tegna Omar Balli ha voluto troncare sul nascere ogni polemica, precisando che autorità e responsabili dell’esercizio stanno cercando una soluzione. «L’allarmismo – ha dichiarato – era dettato più che altro dalla grande pubblicità creata attorno a questi due concerti (il secondo vedrà esibirsi i Vasco Jam). Qualcuno temeva sarebbero state manifestazioni di massa. Sono sorte delle incomprensioni che poi hanno originato le lamentele».
 
domenica, giugno 20, 2010
  ‘L’aggregazione riguarda tutti!’
Paolo Monotti, primo cittadino di Cavigliano, attacca l’atteggiamento di Tegna e respinge le accuse di ingerenza
D.L.

Paolo Monotti

Nel suo discorso di insediamento, tenuto in occasione della seduta di Consiglio comunale di lunedì, il neoeletto primo cittadino di Cavigliano, Paolo Monotti, è tornato a parlare di aggregazione amministrativa. In particolare ha criticato l’atteggiamento “antifusionista” della compagine municipale tegnese. Esternazioni che, in un momento in cui soffia un ventaccio sul progetto aggregativo (vedasi recente richiesta di destituzione di due delegati di Tegna in seno al gruppo di studio) gli abbiamo chiesto di spiegare.

Non crede, innanzitutto, si tratti di ingerenza bella e buona in una loro libera scelta? Così facendo non si rischia di far deflagrare i già poco costruttivi rapporti fra organi Esecutivi?

«Nel discorso di insediamento ho semplicemente fatto presente che, contrariamente alle previsioni, la fusione dei tre Comuni delle Terre di Pedemonte è ad un punto morto. Questo ovviamente a causa delle vicissitudini del Comune di Tegna. Non credo si tratti di un’ingerenza perché in fondo è un argomento che riguarda tutta la comunità pedemontana. Il processo aggregativo è bloccato dall’attuale Esecutivo di Tegna (o parte di esso). Sarebbe però opportuno conoscere qual’è, effettivamente, la volontà della popolazione. Ancora ultimamente ho avuto modo di leggere articoli di cittadini di Tegna che sono favorevoli all’unione amministrativa».

Visti i ripetuti “altolà” da parte dei “cugini”, ha senso continuare su questa strada o sarebbe più opportuno fermarsi a riflettere sulla bontà di una simile operazione?

«La bontà o meno di questa operazione lasciamola decidere agli abitanti in assoluta democrazia. Considerando come sono cambiate le cose (specialmente a Tegna) negli ultimi anni, sono certo che anche da parte degli abitanti di questo Comune probabilmente l’aggregazione, oggi come oggi, potrebbe essere vista in maniera positiva. Al limite si potrebbe sempre restringere il discorso ad una fusione che coinvolga solamente Verscio e Cavigliano, oppure orientarci verso le Centovalli o, perché no, anche guardare sull’altra sponda del fiume».

Il primo tentativo di fusione nelle Terre di Pedemonte naufragò a causa, soprattutto, di ragioni di ordine finanziario. Tegna, allora, si vantava di avere un forziere pieno e la prospettiva di dover passare alla cassa anche per gli altri due enti aveva creato parecchio malcontento. I ritardi ed i ripensamenti odierni crede siano ancora dettati da ragioni di “borsello”?

«A suo tempo lo furono. Oggi invece ci sono probabilmente persone contrarie inserite nei posti chiave...»

Le responsabilità di questa situazione di stallo del progetto sono esclusivamente da ascrivere alla diffidenza di Tegna?

«In buona parte credo di sì. Ritengo tuttavia che anche a livello Cantonale si potrebbe esercitare un maggior “pressing” su questo progetto. Al proposito, non mi è chiaro l’impegno del rappresentante “di zona” in seno al Gran Consiglio a favore di questa causa...» Si spieghi meglio. «Prendiamo l’esempio di Intragna: il granconsigliere Giorgio Pellanda ha sostenuto la fusione delle Centovalli ed ha ottenuto quasi tutto ciò che auspicava a favore dei suoi concittadini».

La finalità di unire le proprie energie fra Comuni è quella di trovare economie di scala che permettano di gestire, in modo migliore, un certo numero di servizi ai cittadini e al territorio. Su questo tutti sono pienamente d’accordo; è una affermazione di buon senso che è difficile scardinare. Serve davvero l’unione del Pedemonte per fare questo?

«Ci si dovrà arrivare per forza di cose. Cerchiamo di farlo ottenendo le migliori condizioni possibili da parte del Cantone. Altrimenti sarà inevitabile, per il singolo Comune, iniziare a “ripensare” alla qualità dei servizi che potrà ancora offrire, in futuro, ai propri abitanti».

“Chi fa da sé fa per tre!” era il proverbio scelto, a suo tempo, dai tegnesi ostili all’aggregazione. Lei, lunedì sera, lo ha ricordato in chiave ironica...

«Diversi anni fa, transitando da Tegna, ho letto questo proverbio scritto su uno striscione appeso sulla strada cantonale. Ho pensato: ci ritengono proprio degli appestati, da evitare in tutti i modi possibili. Nel frattempo, (purtroppo per loro) specialmente finanziariamente le cose sono cambiate. A Cavigliano ci siamo dotati di ottime infrastrutture, disponiamo di un asilo, abbiamo ampliato le scuole, sistemato la piazzetta con il torchio, quasi ultimato le canalizzazioni. Insomma si sono fatti investimenti che hanno notevolmente migliorato la “qualità di vita” nel Comune, rendendolo anche attrattivo nonostante il moltiplicatore. Lo stesso si può dire per Verscio. A Tegna, invece, in passato c’erano i soldi ma, malgrado ciò, non è stato fatto nulla. Ricordo che i loro ragazzi vanno ancora a scuola in una “baracca” di legno. Fossi un amministratore o un consigliere di questo Comune, non vi nascondo che proverei imbarazzo per questa situazione».
 
sabato, giugno 12, 2010
  ANCHE TEGNA HA BISOGNO DELL'AGGREGAZIONE
CDT,Tribuna libera
VALENTINA DE BIANCHI

Sarà che siamo giovani, sarà che crediamo nelle cose fatte bene, ma i continui attacchi ai due rappresentanti in seno alla Commissione di studio per delle Terre di Pedemonte - Marco Mina e Marco Rieder - sembrano l'ennesimo smacco al nostro futuro. Le opposizioni costanti a questo progetto sono estenuanti e frutto di vecchi e ormai sorpassati battibecchi tra i soliti noti. Perché non guardare oltre e vedere che nell'aggregazione tra Tegna, Verscio e Cavigliano ci possono solo essere benefici per tutti i cittadini, invece che denigrare ogni progetto in questa direzione? Abbiamo bisogno di cambiamenti, dato che lo stato attuale delle cose non ha portato a niente di nuovo. L'aggregazione tra i tre Comuni delle Terre di Pedemonte è un fatto ormai ovvio e naturale: molti altri Comuni del Ticino hanno intrapreso questo passo con successo e con soddisfazione di tutti i cittadini. Le Terre di Pedemonte sembrano invece essere il sassolino nella scarpa che continua a dar fastidio ai più, o meglio, ad alcuni: Verscio e Cavigliano hanno da tempo accettato l'aggregazione, solo Tegna - ormai si sa - continua a tentennare da diversi anni. Certo, pensare di cambiare nome e istituzioni politiche del proprio Comune vuol dire cambiare, nella nostra mente, un concetto che abbiamo acquisito da sempre. È solo però una questione di mentalità: apriamoci al cambiamento ed accettiamo i progressi del futuro. Soli, in un Comune di neanche 900 abitanti, non riusciremo a dare le risposte adeguate alle richieste dei cittadini. Insieme, invece - anche se con un nuovo nome -, sapremo offrire quei progetti e quelle strutture che la nostra regione attende da anni; anche se, a questo punto, dobbiamo chie derci se Verscio e Cavigliano ci vorranno ancora, con loro. Dopo tutte le discussioni anti-aggregazione, infatti, i simpatici vicini saranno ancora disposti a condividere con noi il cappello del nuovo Comune? Speriamo vivamente di sì. Perché Tegna ne ha bisogno, perché noi cittadini ne abbiamo bisogno e perché il nostro Comune è ormai fermo da anni, e di progetti concreti e utili per la popolazione non se ne sono più fatti, da troppo tempo. Molte le discussioni, ma nessuna conclusione. Un progetto su tutti, la scuola: eterna costruzione che non ha mai visto la luce - se non nella forma di esili baracche. Ora, però, le carte in tavola sono cambiate: con il progetto di aggregazione si uniranno le sinergie e non saranno più necessarie strutture doppie o triple, in un ristretto spazio di territorio. L'unione fa la forza, insomma; come dice un motto ampiamente conosciuto… ma forse non utilizzato da tutti.
Prosegue il dibattito sulla situazione politica nel Comune di Tegna. Dopo l'intervista al sindaco Omar Balli (vedi CdT del 5 giugno) e una presa di posizione del gruppo «Primavera 2008» (10 giugno) ospitiamo oggi la voce di un'abitante. o.b.
 
giovedì, giugno 10, 2010
  TEGNA, PERCHÉ IL MUNICIPIO MERITA COMPLETO SOSTEGNO
TRIBUNA LIBERA

FRANCO ROSSI *
È notizia recente la mancata destituzione, da parte del Consiglio di Stato, dei nostri rappresentanti Marco Mina e Marco Rieder in seno alla Commissione di studio per l'aggregazione nelle Terre di Pedemonte. È più che normale, a mente nostra, che il Governo - respingendo la richiesta del Municipio di Tegna - affermi di non avere nulla da rimproverare loro! I due delegati, infatti, hanno assecondato senza battere ciglio gli auspici del capo del Dipartimento: ossia, che fossero limitati al minimo i desiderata del nostro Comune. Di conseguenza, le rivendicazioni formulate per Tegna sono state a dir poco ridicole e dal costo irrisorio, e non portano alcun beneficio per la comunità. Leggere per credere: riqualifica della zona Saleggi, già ora ampiamente inserita nelle Zone di protezione, edificazione della nuova scuola - operazione già decollata ed interamente a carico dei contribuenti di Tegna -, Ostello per la gioventù allo stand di tiro di Ponte Brolla (e quando verrà smantellato?) nonché, ciliegina sulla torta, un Centro giovani - per Tre Terre, Centovalli e Onsernone - nel prefabbricato ora adibito a sede scolastica, quindi nelle immediate vicinanze della scuola dell'infanzia. Dei veri temi dai quali dipende il miglioramento del tenore di vita nel nostro Comune - parcheggi, infrastrutture mancanti, eccetera - neanche l'ombra.
Nella sua ultima lettera, il Governo cantonale tenta poi di imputare all'attuale Municipio il ritardo nella presentazione dei conti, per gli anni dal 2005 al 2009; ma questo Esecutivo, entrato in carica soltanto nel 2008, non ha responsabilità per quel disastro amministrativo. I veri responsabili, secondo una scala gerarchica, sono e rimangono: il Consiglio di Stato, la Sezione enti locali, il Municipio precedente - guidato dal sindaco Michela Rauch -, la Commissione Gestione e la maggioranza del Consiglio Comunale in carica nel periodo 2004/2008. Siamo perfettamente d'accordo con il Governo che i ritardi accumulati siano un «unicum a livello cantonale»; tuttavia, le mancate verifiche e la latitanza degli organi di controllo andranno citati negli annali, come modelli di inettitudine e negligenza, da assolutamente non imitare. In proposito, va poi aggiunto che membri del nostro attuale Gruppo - già nel 2007 - si erano fatti promotori di un'istanza di commissariamento nei confronti delle autorità comunali dell'epoca: quella nostra denuncia verteva soprattutto sui ritardi nella presentazione dei conti e sulla disastrosa conduzione amministrativa. Naturalmente, Enti locali e Consiglio di Stato respinsero l'istanza con decisione inappellabile, ergendosi a «Santi in Paradiso» dell'amministrazione e tacciando i sottoscritti di litigiosità e mancanza di collegialità. All'insediamento dell'attuale Municipio, però, ecco il profilarsi delle prime magagne: Cancelleria completamente alla deriva e conti interamente da rifare, con 80 mila franchi - che non basteranno - concessi dal Consiglio Comunale per la sola rielaborazione dei conti.
Di che pensare, insomma, che questo dissesto amministrativo - segnalato a più riprese dal nostro gruppo e largamente avallato dalla Sezione enti locali, che in precedenza non è mai intervenuta - possa venire ascritto all'urgenza di elaborare il progetto aggregativo, in modo da non lasciar trasparire la maggiore forza finanziaria del nostro Comune. A comprova di ciò vi è pure l'esito dei ricorsi di alcuni cittadini - naturalmente respinti da Bellinzona - contro l'aumento fuorilegge del moltiplicatore d'imposta, avvenuto sebbene Tegna avesse un capitale superiore al doppio del gettito fiscale. È lapalissiano che, in caso di votazione consultiva per l'aggregazione, il risultato sia tutt'altro che scontato se un Comune si presenta con un moltiplicatore d'imposta pari al 70% o inferiore... Ribadiamo quindi, in conclusione, il nostro in­condizionato sostegno all'attuale Municipio per quanto concerne la destituzione dei due delegati. Nel caso in cui il Con­siglio di Stato non dovesse rivedere la sua decisione, è auspicabile che il nostro Esecutivo si autoescluda dal progetto aggregativo e si allinei così ai Comuni del Bellinzonese, rifiutando ogni ricatto, ultimatum e diktat.
* Capogruppo «Primavera 2008»
 
sabato, giugno 05, 2010
  Tegna ora chiede chiarezza al Governo
CDT

Omar Balli: il Municipio vuole dal Consiglio di Stato un parere univoco sul suo lavoro


Il sindaco prende posizione dopo la dura lettera giunta da Bellinzona
L'INTERVISTA
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Come in un classico della musica rock -Should I stay or should I go?, dei britannici Clash - il Municipio di Tegna chiede a un Consiglio di Stato un po' troppo ondivago di pronunciarsi, una volta per tutte: è contento il Governo del lavoro svolto dal nuovo Municipio? «Perché se la risposta è negativa», afferma il sindaco Omar Balli, da noi contattato, «basta saperlo; ognuno di noi trarrà le sue conclusioni, ma per quanto mi riguarda dico da subito che non sono certo incollato al cadreghino, e - se Bellinzona lo volesse - non avrei problemi a farmi da parte».
A suscitare la ferma presa di posizione, è l'ultimo capitolo della vertenza in corso tra lo stesso Esecutivo e i due delegati nella Commissione di studio sull'aggregazione nelle Terre di Pedemonte, Marco Mina e Marco Rieder, dei quali il Municipio ha proposto lo scorso 7 aprile la destituzione. La dura missiva con la quale il Governo cantonale, nei giorni scorsi, ha respinto la richiesta - non lesinando frecciate - non è piaciuta per nulla agli inquilini del palazzo comunale.
Omar Balli, come ha reagito il Municipio di Tegna all'ultima lettera del Consiglio di Stato?
«Nell'ultima seduta, abbiamo approvato una nostra risposta, già inviata al Governo. Quel che desideriamo fare capire, in primo luogo, è che siamo amareggiati: non tanto perché la richiesta di destituzione è stata rigettata - eravamo infatti a conoscenza, da settimane, del preavviso negativo espresso dalla Sezione Enti Locali -, quanto piuttosto per l'approccio superficiale con il quale è stata trattata la nostra sollecitazione».
In che senso?
«Quest'ultima missiva del Governo, non ho problemi a dirlo, è il classico testo redatto in stile politichese-funzionariale, che dice tutto, il contrario di tutto e anche niente. Al suo interno abbiamo trovato diverse inesattezze e affermazioni che risultano incomprensibili, alla luce delle precedenti informazioni da noi ricevute; di che pensare, insomma, che chi ha analizzato per il Consiglio di Stato la nostra richiesta, abbia compiuto un lavoro perlomeno lacunoso e sommario».
Può essere più preciso?
«Un dettaglio, piccolo ma significativo, è che i due delegati vengono definiti 'consiglieri comunali', quando Mina ha dimissionato nel 2009 e Rieder non fa più parte di consessi comunali da anni. C'è poi l'affermazione secondo la quale i due delegati nella Commissione - pur se proposti dall'Esecutivo - rappresenterebbero “non il Municipio ma la comunità di Tegna”; ma allora, mi chiedo, il Municipio chi rappresenta? L'aspetto ben più grave, però, è un altro».
Quale?
«Le pesanti affermazioni che riguardano la revisione dei conti comunali, tuttora in corso, per gli anni 2006-2008: il Go­verno sembra stranamente essersi dimenticato i complimenti che - solo due mesi fa, nella comunicazione del 2 marzo - aveva rivolto al Municipio entrato in carica nell'aprile 2008, scrivendo di avere “preso atto degli sforzi compiuti per ripristinare la normalità”, e ringraziandoci con tanto di punto esclamativo!».
Perché? Cosa vi è stato scritto, invece, nella lettera del 26 maggio?
«Si parla di una “latitanza precedente”, di “inauditi ritardi“, di “un unicum a livello ticinese” - senza però spiegare di chi sia la responsabilità per questa situazione. Noi non intendiamo assolutamente assumercene la colpa, né direttamente né indirettamente: sono problematiche che abbiamo ereditato dal passato. Questo approccio da parte di Bellinzona genera unicamente confusione, inutili discussioni e perdite di tempo: perciò, adesso al Governo chiediamo - semplicemente - una presa di posizione chiara e definitiva».
Ovvero?
«Bellinzona ci dica,una volta per tutte e senza tanti giri di parole, se ha rimproveri da formulare alla compagine entrata in carica nell'aprile 2008, per quanto riguarda la ricostruzione della contabilità relativa agli anni della precedente amministrazione (consuntivi 2005, 2006, 2007). Vogliamo finalmente sapere cosa pensa il Consiglio di Stato del nostro lavoro, così da potere trarre - ognuno per sé - le dovute conclusioni».
E per quanto riguarda i due delegati nella Commissione sulla fusione?
«Il Municipio ribadisce che il rapporto di fiducia - un elemento chiaramente indispensabile, inun rapporto di questo genere - è venuto a mancare. Questo non tanto per quanto fatto - o meglio,nonfatto - dai due delegati nell'ambito della Commissione di Studio per l'aggregazione, ma piuttosto per quanto è stato scritto nei nostri confronti e sul nostro operato nella loro presa di posizione di febbraio. Prendiamo atto che, su quest'ultimo aspetto, il Governo - o meglio, chi per esso ha redatto la risposta - ha sorvolato alla grande, disquisendo unicamente della tempistica contabile».
Quindi restate sulle vostre posizioni?
«Pur non capendola, dobbiamo accettare la decisione del Consiglio di Stato, a noi sfavorevole. Ribadiamo comunque con fermezza che, chiedendo la sostituzione di Mina e Rieder, non riteniamo di avere commesso un abuso, né di avere accampato una pretesa illogica o contraria agli interessi della comunità che siamo chiamati a rappresentare».
Oliver Broggini
 

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