‘Servono opportunità di lavoro’
Il sindaco di Centovalli parla delle sfide future e chiede meno ostacoli alla progettualità
D.L.
Giorgio Pellanda
Una vera e propria sfida strategica per trasformare la vallata in una realtà viva, capace di progettare e promuovere azioni a favore dei suoi abitanti, in modo da assicurare loro un futuro più che dignitoso nel contesto cantonale. Il sindaco di Centovalli, Giorgio Pellanda ci racconta il disegno di cambiamento in atto dopo l’aggregazione, per dimostrare che la regione ha numerose carte da giocare per una crescita ed uno sviluppo armonioso e rispettoso della sua principale risorsa: il paesaggio, nel segno della continuità con il passato. Alla base di tutto c’è un grande amore dell’intera Amministrazione per il paese, per la propria terra, per quanto si cerca di realizzare nonostante i mezzi sempre più limitati.
Quale ritiene che sia il nodo centrale, la priorità assoluta, la cosa di cui Centovalli ha davvero bisogno?
«Il nuovo Comune delle Centovalli è nato sposando la filosofia cantonale tendente ad incoraggiare le aggregazioni. Noi l’abbiamo messa in atto con entusiasmo ed argomentazioni credibili e l’81 percento dei consensi ottenuti lo sta a dimostrare. Ora rivendichiamo quell’autonomia promessa in relazione alle scelte politiche e una maggior forza contrattuale con i nostri interlocutori, ovvero i dipartimenti del governo. Auspichiamo anche l’insediamento di almeno un servizio cantonale, come la Tutoria regionale o l’Ufficio dello Stato civile. I Comuni periferici che si sono aggregati hanno bisogno di queste opportunità lavorative anche come “premio” per andare oltre a quella che sarebbe una riduttiva aggregazione amministrativa».
Come vive il rapporto con i cittadini del nuovo Comune “allargato”?
«Sono consapevole di rappresentare l’istituzione per volontà popolare e a maggior ragione il rispetto democratico verso i cittadini è fondamentale; so di essere apprezzato dalla maggior parte della popolazione e ciò è motivo di orgoglio. Il fatto di operare in una realtà allargata mi fa ulteriormente capire quanti sacrifici hanno affrontato gli antenati in una valle povera ma nel contempo generosa e piena di solidarietà. Anche per questo sono preoccupato dal pericolo di una “valle museo” dove le abitazioni primarie rischiano di essere meno importanti della cura del bosco. La filosofia pseudo ambientalista in atto deve essere contrapposta da progetti sostenibili che creino veramente indotto economico, vitalità e condizioni abitative di qualità».
Qual è la problematica che ci causa la maggior preoccupazione?
«L’auspicio che la situazione di crisi in atto convinca la politica cantonale a facilitare maggiormente i progetti proposti dai Comuni, se del caso modificando leggi restrittive che creano burocrazia e impoveriscono i villaggi di montagna. Bisogna creare leggi propositive per il progresso e non regolamenti per vietare e basta».
Volendo prevedere azioni mirate a sostenere lo sviluppo locale del Circolo della Melezza, quali tipi di interventi ritiene possano essere più urgenti?
«Prendo lo spunto da questa domanda per lanciare un ennesimo invito alle Terre di Pedemonte affinché si aggreghino con le Centovalli poiché il loro progetto aggregativo con Cavigliano-Verscio e Tegna sembra non abbia chance. Un’aggregazione da Ponte Brolla a Camedo con l’Onsernone è la miglior strada percorribile, rivendicando però almeno il primo biennio di scuola media (affinché gli allievi usino il treno) e un ampliamento delle zone edificabili con il vincolo dell’abitazione primaria di qualità mediante opportuni piani particolareggiati».
Lo sviluppo è un diritto della comunità centovallina e garantirlo è un dovere delle istituzioni. Ma con tutti i paletti imposti dal Cantone a livello di Piano regolatore, vien da pensare che si parlino due lingue diverse.
«I Comuni deboli pagano ingiustamente per le oscenità ambientali commesse altrove ( Pian Scairolo, Piano di Magadino ecc…) dove la potenza economica si è imposta prepotentemente sulla pianificazione armoniosa del territorio. Per questo motivo occorre rivedere il concetto pianificatorio del Cantone per evitare disparità di trattamento».
Cosa vuol dire ai suoi concittadini nel nuovo anno? Quali le promesse che può fare per il 2010?
«Di essere sempre positivi e consapevoli che vivere in periferia significa avere degli svantaggi compensati però da una qualità di vita invidiabile. Le promesse? Di non riuscire a fare... l’impossibile».
E ai giovani che vivono nel nuovo comune?
«Rispondo citando Mariuccia Medici “i giovani non devono aver fretta”. In effetti il successo deve maturare e le attività a favore della collettività devono essere affrontate con costanza e impegno avvalorando la nostra cultura e le nostre radici».
A quando il nuovo sito web del Comune di Centovalli?
«La cancelleria sta lavorando anche in questo settore informativo ed in primavera, momento in cui rientrerà anche il concorso di idee per il nuovo stemma del Comune, saremo completamente aggiornati».
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